L'Iran è vicino a possedere i mezzi necessari per creare armi atomiche. Lo ha affermato ieri il presidente russo, Dmitri Medvedev, con una dichiarazione che conferma l'inasprimento della posizione di Mosca, fino a qualche mese fa considerata buona alleata di Teheran. Nel frattempo, il ministro degli Esteri iraniano, Manuchehr Mottaki, è giunto ieri sera a Madrid, dove oggi avrà colloqui con le autorità spagnole anche sul controverso programma nucleare, secondo quanto annunciato dall'agenzia Irna. "L'Iran si appresta a possedere il potenziale che, in linea di principio, può essere utilizzato per creare un'arma nucleare", ha affermato Medvedev, citato dall'agenzia Interfax, durante un incontro con gli ambasciatori russi. E a questo il presidente russo ha aggiunto che la parte iraniana "non si comporta nel migliore dei modi", invitando Teheran a "chiarire tutte le questioni in sospeso". Un portavoce dell'Amministrazione statunitense ha salutato la dichiarazione del presidente Medvedev come "un buon segno di una crescente unità internazionale sul programma nucleare iraniano".
Il leader del Cremlino ha ribadito anche la validità di sanzioni contro la Repubblica islamica approvate il 9 giugno scorso dal Consiglio di sicurezza dell'Onu con il voto favorevole della stessa Russia. Sanzioni, ha aggiunto, che hanno il fine di "stimolare il processo negoziale" con Teheran. L'Iran ha fatto sapere la settimana scorsa di essere pronto a tornare alle trattative, ma non prima di settembre e a certe condizioni. Tra queste, è tornato a sottolineare Mottaki, vi è quella che "la Turchia e il Brasile prendano parte a ogni negoziato". I due Paesi hanno controfirmato con l'Iran nel maggio scorso una dichiarazione in cui Teheran si impegnava ad accettare uno scambio di materiale fissile con l'estero in base al quale consegnerebbe 1.200 chilogrammi del suo uranio arricchito al 3,5 per cento per ricevere combustibile a base di uranio arricchito al 20 per cento per alimentare un suo reattore con finalità mediche. Ma contemporaneamente Teheran ha detto che continuerà la sua produzione di uranio al 20 per cento di arricchimento.
Intanto, le elezioni municipali in Iran, che si dovevano tenere in dicembre, sono state rinviate di due anni e mezzo e si terranno nell'estate del 2013 insieme alle prossime presidenziali. Una legge in questo senso varata dal Parlamento è entrata in vigore con l'approvazione del Consiglio dei Guardiani, secondo quanto riferisce oggi la televisione di Stato. Non vi saranno quindi appuntamenti elettorali in questo 2010, dopo le manifestazioni di protesta che hanno caratterizzato il 2009 in seguito alla contestata rielezione alla presidenza di Ahmadinejad. Il rinvio è stato motivato ufficialmente con la necessità di ridurre le spese statali.