L’ira di Obama: «L’industria del greggio corrotta». Moratoria di 6 mesi sulle trivellazioni di Elena Molinari
Definendo l’industria del petrolio «corrotta» e promettendo un giro di vite sul suo modo di operare, Barack Obama ha annunciato ieri sei mesi di stop alle trivellazioni e standard di sicurezza più severi.
Ma prima di tutto il presidente Usa, in una conferenza stampa dedicata quasi interamente al disastro ambientale nel Golfo del Messico, ha messo in guardia il pubblico dal successo dell’operazione «Top Kill» intrapresa per chiudere il pozzo petrolifero della Bp. Sebbene sembri star dando buoni risultati, infatti, secondo Obama «non ha garanzie di successo ». Quindi ha voluto far capire quanto gli stia a cuore il destino dell’oceano del Sud degli States: «Questa mattina, mentre mi facevo la barba, mia figlia Malia mi ha chiesto: hai tappato il buco, papà?».
L’ira del capo della Casa Bianca, accusato di non aver fatto abbastanza per fermare il flusso di migliaia di tonnellate di petrolio dal pozzo danneggiato, si è riversata soprattutto sulla British petroleum, responsabile della piattaforma Deepwater Horizon, esplosa e affondata il 20 aprile scorso. «L’interesse di Bp è di minimizzare sul danno, e in questo non coincide con l’interesse del pubblico», ha detto Obama, che ha poi promesso che il gigante petrolifero britannico pagherà il danno causato fino all’ultimo centesimo. Visti i sondaggi che contano al 53% gli americani convinti che Obama abbia gestito male la situazione, i collaboratori del presidente hanno fatto di tutto per dipingere un Obama infuriato nei confronti della Bp e dell’agenzia federale che dovrebbe vigilare sull’industria. «Ha detto parole che non possono essere ripetute dalla stampa per le famiglie», ha commentato il suo consigliere David Axelrod riportando la reazione del suo capo alla scarsa supervisione esercitata dal Minerals Management Service, che dà il via libera alle trivellazioni petrolifere, e la cui responsabile, Elizabeth Birnbaum, è stata licenziata. È solo il primo passo di una serie di misure per evitare altri incidenti. Oltre alla nuova moratoria di sei mesi sulle trivellazioni, infatti, Obama ha annunciato ieri la sospensione di perforazioni previste in Alaska, la cancellazione di progetti nel Golfo del Messico e al largo della Virginia, la sospensione di altri 33 progetti avviati nel Golfo del Messico.
Quindi, negando che il suo governo abbia semplicemente delegato la gestione del disastro alla Bp, Obama ha insistito sul fatto che tutte le operazioni della Bp, che possiede il knowhow tecnologico necessario per fermare la falla, si svolgono sotto lo stretto controllo dell’Amministrazione Usa. «È l’ammiraglio Thad Allen a dare il via libera a tutte le proposte della multinazionale britannica», ha spiegato.
Ma secondo Obama bisogna guardare oltre il contenimento del greggio: «Se non altro questo disastro servirà da sveglia – ha detto –. Più di ogni altra cosa questa tragedia economica e ambientale sottolinea l’urgente bisogno di sviluppare fonti di energia pulita rinnovabili ». Intanto è stato appurato dall’Istituto geologico Usa (Usgs) che la perdita nel Golfo del Messico è il peggior disastro ambientale della storia americana, peggiore dello svuotamento della petroliera Exxon Valdez nel 1989 in Alaska. Le autorità Usa hanno già esteso di più di 20mila chilometri quadrati l’area in cui è vietata la pesca nel Golfo e la Guardia Costiera ha richiamato a terra le 125 barche da pesca impegnate nelle operazioni di pulitura del greggio dopo che alcuni membri degli equipaggi hanno accusato vertigini, mal di testa e dolori al petto. Oggi stesso Obama sarà in Louisiana ad ispezionare le operazioni di contenimento e a verificare l’estensione della marea di petrolio