L'icona
della Madre di Dio detta "Roveto ardente" deve il suo nome al noto miracolo
testimoniato da Mose stesso nel vecchio testamento. Nel III capitolo dell'Esodo,
Dio chiama Mose sul monte Oreb, dal mezzo di un cespuglio che bruciava a fuoco
vivo, ma senza consumarsi egli ode la voce di Dio che gli comunica l'incarico di
salvare gli Ebrei dalla schiavitù in Egitto. In quella occasione Dio confida a
Mose il suo nome: "Io sono Colui che sono" (Esodo 3.14).
La Chiesa rifacendosi alla tradizione dei Santi Padri ed ai suoi concili
ecumenici, ritiene che le fiamme che Mose vide erano di fatto la Gloria di Dio
fattasi luce, e preannunciatrice della trasfigurazione di Gesù; ecco perché il
cespuglio non si poteva mai consumare. Dio concesse a Mose di vedere la Sua
Gloria, che come la Sua essenza stessa è eterna, quindi non consumabile. Quando
Dio parlò a Mose, questi udì la Parola del Verbo (Logos) prima ancora
dell'incarnazione. La visione della gloria di Dio, come luce in questa vita come
nella prossima coincide con il fatto salvifico stesso. Il miracolo del Cespuglio
ardente consiste quindi in una prefigurazione della nascita di Gesù dalla
Vergine Maria. La Vergine diede alla luce il Cristo pur rimanendo tale,
esattamente come il cespuglio che brucia ma non si consuma. La tradizione
cristiana ha dato del fenomeno del Roveto più di una spiegazione.
L'interpretazione più comune e costante si presenta in chiave cristologica e
mariana. Ravvisando nel fuoco il simbolo della divinità e nel Roveto il simbolo
dell’umanità, si è letto nel fenomeno una prefigurazione dell'Incarnazione di
Cristo per mezzo di Maria. Maria stessa, strumento e luogo dell'Incarnazione,
non solo non fu annientata per il tremendo impatto [con la divinità], ma
conservò anche la sua verginità intatta.
A partire da secolo V, i Padri greci hanno interpretato il roveto ardente come
una prefigurazione della Madre di Dio. La liturgia bizantina vi vede una fulgida
profezia della concezione verginale di Gesù. «Mosè ti prefigurò come il roveto
ardente del Sinai. Tu ricevesti, senza essere consumata, il fuoco insostenibile
dell’essenza divina, che unisce un’ipostasi divina alla fragilità della carne».
L’interpretazione mariologica del roveto ardente è entrata anche nella liturgia
romana, come attesta la 3^ Antifona dei II Vespri del 1 Gennaio, solennità della
Madre di Dio.
”Come il roveto, che Mosè vide ardere intatto, integra è la tua verginità, Madre
di Dio: noi ti lodiamo, tu prega per noi.”
Il Roveto così divenne un simbolo e un nome di Maria Vergine.
Dai numerosi Padri che hanno commentato il tema, diamo qui il seguente di
Esichio di Gerusalemme (+ 451) il quale, nella sua seconda "Omelia sulla Madre
di Dio", così commenta: "A te, o Vergine, i Profeti dispensarono lodi; ed ognuno
ti ha chiamato Portatrice di Dio. Uno ti disse Verga di Jesse; un altro ti
paragonò al Roveto che arde e non si consuma, alludendo in tal modo alla carne
dell'Unigenito ed alla Vergine Madre di Dio: bruciava ma non si consumava,
poiché partorì, ma non aprì il grembo; concepì ma non contaminò il seno; diede
alla luce il bimbo, ma lasciò sigillato l'utero; somministrò il latte, e
conservò intatte le mammelle; portava il fanciullo, ma non divenne sposa; crebbe
il figlio, ma non v'era padre...".
La Liturgia torna spesso sul tema del Roveto, simbolo e nome di Maria SS.ma,
come si può notare nei seguenti testi:
L'ombra della legge si è dileguata alla venuta della grazia:
come difatti il roveto ardeva e non si consumava,
così vergine hai partorito e vergine sei rimasta;
invece della colonna di fuoco, si è alzato il Sole di giustizia;
al posto di Mosè, Cristo, salvezza delle nostre anime.
Il roveto che Mosè contemplò sul Sinai,
raffigurava te, o Vergine santa;
il roveto difatti era simbolo del tuo santo corpo,
i rami che non si consumavano della tua verginità;
ed il fuoco del roveto Dio che in te ha preso dimora. Grande è la gloria della
tua verginità,
o Maria, o Vergine perfetta.
Tu hai trovato grazia, il Signore è con te.
Tu sei la scala che vide Giacobbe,
fissata sulla terra ed elevata sino al cielo,
per la quale gli Angeli salivano e scendevano.
Tu sei il rovo che vide Mosè:
era pieno di fuoco e non bruciava.
Infatti il Figlio di Dio venne e scese nel tuo seno,
e il fuoco della sua divinità non bruciò il tuo corpo.
Tu sei il roveto visto da Mosè in mezzo alle fiamme
e che non si consumava, il quale è il Figlio del Signore.
Egli venne e abitò nelle tue viscere
e il fuoco della sua divinità non consumò la tua carne.
Il biblista Gianfranco Ravasi: nel suo libro "L’albero di Maria – 31 icone
bibliche mariane", riporta le affermazioni del Patriarca di Antiochia Severo,
del VI secolo. Questi, dopo aver detto che "il grembo di Maria è come il roveto
nel quale discende il fuoco teofanico e nel quale Jhwh si rende presente e
sperimentabile a Mosè", così aggiunge: "Quando volgo lo sguardo alla Vergine
Madre di Dio e tento di abbozzare un semplice pensiero su di lei, fin
dall’inizio mi sembra di udire una voce che viene da Dio e che mi grida
all’orecchio: ‘Non accostarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo dove
stai è terra santa!... Avvicinarsi a lei è come avvicinarsi a una terra santa e
raggiungere il Cielo’ ".
Il tema del "Roveto ardente" non poteva non tentare gli artisti che lo hanno
raffigurato in miniature su libri, in affreschi su muri di Chiese e Monasteri, e
su icone portatili in legno. Le icone più antiche si ritrovano nel Convento di
Santa Caterina nel Sinai e risalgono ai secoli XII-XIV. Dal Sinai il tema si è
diffuso nei diversi Paesi di tradizione ortodossa e in Occidente.
In Oriente si possono distinguere due tipi principali: greco il primo, russo e
slavo il secondo. Il tema greco riflette più da vicino il racconto dell'Esodo.
Vi figura sempre Mosè che su ordine dell'Angelo si toglie i sandali; di fronte a
lui è raffigurato il Roveto che brucia; in mezzo, o alla sommità, si vede Maria
in busto o a pieno corpo con il Bambino in grembo: questo tipo iconografico
della Madonna è quello detto della "Platytéra" [= più vasta dei Cieli]; quando
il Bambino è circondato da un cerchio, il tipo è quello della Madonna del Segno.
Una delle prime raffigurazioni della Madre di Dio, originarie del monastero di
Santa Caterina sul Sinai, rappresenta la Madonna come un "Roveto ardente", la
mostra nel mezzo di un cespuglio ardente mentre sorregge e il suo divino
figliolo. Mose è raffigurato in un angolo mentre si toglie i sandali, perché il
posto ove si trova è sacro. (Esodo 3.5). Molte icone contengono una
rappresentazione stilizzata del cespuglio riassunta da due rombi sovrapposti, il
primo rosso rappresentante il fuoco, il secondo verde rappresentate il
cespuglio, in modo da formare una stella ad otto punte (noto simbolo mariano).
La Theotokos è dipinta al centro della stella. Nei quattro angoli del rombo
verde trovano posto i simboli quattro evangelisti: un uomo per San Matteo, un
leone per San Marco, un bue per San Luca ed un'aquila per San Giovanni. Questi
simboli derivano da Ezechiele 1.10 e dalla Rivelazione 4.7. Nel rombo rosso
trovano posto quattro arcangeli. Con il passare del tempo la struttura del
disegno dell'icona è divenuta via via più complessa, fino a mostrare Mose e il
cespuglio ardente, Isai e i serafini con i carboni ardenti (Is. 6.7), Ezechiele
e la porta attraverso la quale solo il Signore può entrare (Ez. 44.2) e Giacobbe
con la scala (Gen. 28.12). In queste raffigurazioni Maria Santissima viene
presentata mentre regge la scala di Giacobbe che porta dalla terra al Cielo.
Spesso al centro dell'icona, nel lato basso, viene mostrata anche la radice di
Jesse (Isaia 11.1).
C'è un'antica storia sul fuoco che consumò diverse costruzioni di legno. Durante
un incendio una anziana signora, legata alla sua casa ed ai suoi ricordi, non
voleva abbandonare l'edificio ormai pericolante e con fede si pose di fronte
alla sua casa reggendo in mano una icona del "Roveto ardente". Capitò che un
testimone si trovasse proprio li in quel momento e vedendo la grande fede della
donna si meraviglio profondamente. Il giorno dopo ritornò nello stesso posto e
con grande meraviglia notò che la casa della dona era stata risparmiata del
tutto dal fuoco, mentre tutte le altre attorno erano completamente distrutte.
Questo spiega perché la Madre di Dio, attraverso la sua Icona del "Roveto
ardente", viene considerata la protettrice delle case dagli incendi. Pensiamo
quanto questo titolo fosse importante in un periodo storico in cui moltissime
case erano di legno e le une addossate alle altre!
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