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Le Catechesi di Regina Mundi
JUAN DE BONILLA (XVI sec.)
La pace, cammino verso la perfezione L'esperienza vi mostrerà che la pace, che riverserà nella vostra anima la carità, l'amore di Dio e del prossimo, è la via più diretta verso la vita eterna. Abbiate cura di non lasciare mai che il vostro cuore si preoccupi, si rattristi, si commuova, né che conviva con quan¬to potrebbe causargli inquietudine, ma lavorate sempre per mantenerlo tranquillo, poiché il Signore dice: Beati i pacifici. Fate questo e il Signore edificherà, nella vostra anima, la città della pace e farà di voi la casa delle delizie. Ciò che si aspet¬ta da parte vostra è solo che tutte le volte in cui vi capita di preoccuparvi sappiate riacquistare la calma e la pace da soli, nelle opere, nei pensieri e nei movimenti, senza eccezione. Così come una città non si edifica in un giorno, non pen¬sate affatto di arrivare in un sol giorno alla pace e all'acquie¬tamento interiore, perché si tratta di edificare una dimora per Dio e che voi diventiate suo tempio. Sarà lo stesso Si¬gnore a costruire: senza di lui il vostro lavoro sarà inutile. D'altra parte considerate che questo edificio ha per fon¬damento l'umiltà. Tenere l'anima libera e senza vincoli Che la vostra volontà sia sempre pronta ad ogni evenien¬za, e che il vostro cuore non sia assoggettato a nulla. Quan¬do formulerete qualche desiderio, che sia fatto in modo di non provare poi alcuna pena in caso di fallimento, di custo¬dire l'animo in pace come se nulla aveste sperato. La vera libertà consiste nel non legarsi a niente. È proprio così, senza vincoli, che il Signore vuole la vo¬stra anima per potervi operare le sue grandiose meraviglie '. *LORENZO SCUPOLI (1520-1610)* Cosa fare quando abbiamo peccato? Quando tu ti trovi ferita (si riferisce ad un'anima) per essere caduta in qualche difetto per tua debolezza, ovvero anco talora per volontà e malizia, non t'impusillanimire, né t'inquietare per questo, ma rivolgendoti subito a Dio digli così: « Ecco, Signor mio, cosa ho fatto da quello che sono, né da me altro ci si poteva aspettare che cadute ». E qui con un poco di cal¬ma umiliati ai tuoi occhi, rammaricati dell'offesa del Signore e senza confonderti sdegnati contro le tue viziose passioni, principalmente contro quella che ti ha cagionato la caduta. Seguita poi: « Né mi sarei fermata qui, Signore, se tu per tua bontà non mi avessi tenuta ». E qui rendigli grazie ed amalo più che mai, stupendoti per tanta clemenza poiché of¬feso da te ti porge la mano destra perché tu non cada di nuovo. In ultimo dirai con gran confidenza nella sua infinita mi¬sericordia: « Fa' tu, Signore, da quello che sei: perdonami, né permettere che io viva da te separata, né lontana giam¬mai, né che più ti offenda ». E fatto questo, non ti dare a pensare se Iddio ti abbia perdonato o no perché ciò non è altro che superbia, inquietudine di mente, perdita di tempo ed inganno del demonio sotto colore di diversi buoni prete¬sti. Però lasciandoti liberamente nelle mani pietose di Dio, seguita il tuo esercizio come se non fossi caduta. E se molte volte al giorno tornassi a cadere e restare feri¬ta, fa' quello che ti ho detto, con non meno fiducia la secon¬da, la terza ed ancor l'ultima volta, che la prima; e dispre¬giando sempre più te stessa e più odiando il peccato, sforza¬ti di vivere più cauta. Questo esercizio spiace molto al de¬monio, sia perché vede che è graditissimo a Dio sia perché ne viene a rimanere confuso, trovandosi superato da chi pri¬ma egli aveva vinto... E se dopo il difetto ti sentissi inquie¬ta, confusa e sconfidata, la prima cosa che tu hai da fare è il recuperare la pace, la tranquillità del cuore e la fiducia in¬sieme ( di combattimento spirituale, cap. XXVI). *SAN FRANCESCO DI SALES (1567-1622)* Dio è il Dio della pace Poiché l'amore non dimora che nella pace, vi raccoman¬do di avere sempre cura di conservare per bene la santa tran¬quillità di cuore. Tutti i pensieri che procurano inquietudine e agitazione di spirito non vengono affatto da Dio poiché egli è il princi¬pe della pace. Sono tentazioni del nemico e pertanto biso¬gna scacciarle e non tenerne conto. Bisogna vivere tranquillamente in tutto e per tutto. Se ci arriva una sofferenza, intcriore o esteriore, la dobbiamo accettare tranquillamente. Se ci arriva una gioia accogliamo¬la con eguale tranquillità, senza trasalire. Dobbiamo fuggire il male? Bisogna che sia fatto tranquillamente, senza preoc¬cupazione, poiché altrimenti nella fuga potremmo cadere e dare occasione al nemico di ucciderci. Dobbiamo fare del bene? Facciamolo serenamente altrimenti potremmo commet¬tere molti errori con l'agitazione. Bisogna fare tranquillamente perfino la penitenza. (Lettera alla Badessa del Puy d'Orbe). Come ottenere la pace Facciamo tre cose, mia carissima figlia, e avremo la pa¬ce: abbiamo una pura intenzione di volere, in tutte le cose, l'onore di Dio e la sua gloria; facciamo il poco che possiamo a tal fine, secondo l'opinione del nostro direttore spirituale; e lasciamo a Dio la cura di tutto il resto. Chi ha Dio come oggetto delle sue intenzioni, e fa quanto può, perché dovrebbe turbarsi? Cosa potrebbe temere? No e poi no, Dio non è così terribile con quelli che ama. Egli si contenta di poco poiché sa bene che non abbiamo che poco. Sappiate, figlia cara, che nostro Signore è chiamato prin¬cipe della pace nelle Scritture e che nonostante sia padrone di tutto, tiene tutto nella pace. Nondimeno è vero che prima di stabilire la pace in un luogo vi procura la guerra, separando l'anima da ciò che le è più caro e abituale, vale a dire dall'amore smisurato per se stessa, dall'autocompiacimento ed altri simili. Orbene, quando nostro Signore ci separa da queste passio¬ni così graziose e care, sembra scorticare vivo il nostro cuore. Si provano sentimenti molto amari. Non possiamo evitare di dibatterci con tutta l'anima, perché questa separazione è molto dolorosa. Ma tutto questo dibattersi ci lascerà nella pace se alla fine non smettiamo di tenere la nostra volontà rassegnata a quella di nostro Signore lasciandocela inchiodare a suo buon piacere: così facendo non tralasceremo affatto i nostri incarichi e il loro svolgimento, ma li eseguiremo coraggiosamente. (id). Pace e umiltà La pace nasce dall'umiltà. Nulla ci turba tanto quanto l'amor proprio e la stima che abbiamo di noi stessi... Come mai, quando cadiamo nell'imperfezione e nel peccato, siamo sorpresi, turbati e impazien¬ti? Senza dubbio pensavamo di essere validi, risoluti e stabi¬li. Di conseguenza, quando vediamo che non siamo nulla di tutto questo, ci ritroviamo col naso a terra e constatiamo di esserci sbagliati, siamo turbati, offesi e inquieti. Se prendessimo seriamente coscienza di quello che sia¬mo, invece di stupirci perché ci vediamo a terra, ci meravi-glieremmo di come possiamo ancora restare in piedi. Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio Tutto si converte in favore di coloro che amano Dio. In verità, poiché Dio può e sa trarre il bene dal male, per chi lo farebbe se non per quelli che, senza riserve, si sono dona¬ti a lui? Orbene, perfino i peccati (dai quali Dio nella sua bontà ci difenda!) sono ridotti dalla divina Provvidenza al bene di coloro che gli appartengono. Davide non sarebbe mai stato tanto pieno di umiltà se non avesse peccato, né Mad¬dalena così innamorata del suo Salvatore se non le fossero stati perdonati tanti peccati che non avrebbero mai potuto essere perdonati se non fossero stati commessi. Vedete, figlia mia cara, questo grande medico misericor¬dioso: converte le nostre miserie in grazie e da alle nostre anime la salutare medicina contro la vipera delle nostre ini¬quità. Ditemi, vi prego, cosa ne farà delle nostre afflizioni, delle nostre fatiche, e delle persecuzioni ricevute? Se dun¬que succede che siate toccati da qualche dispiacere, di qua¬lunque genere possa essere, rassicuratevi poiché se amate mol¬to Dio tutto si convertirà in bene. Sebbene non vediate le vie attraverso le quali questo arriverà a voi, state pur certi che arriverà. Se Dio getta il fango dell'ignominia sui vostri occhi è per donarvi una buona vista e farvi assistere ad uno spettacolo d'onore. Se Dio permette che cadiate, come nel caso di san Paolo — da lui gettato a terra — è per innalzarvi alla sua gloria. Desiderare in modo assoluto solo Dio, il resto con moderazione Non bisogna volere in modo assoluto che Dio, instanca¬bilmente, fortemente. Il modo di servirlo, però, non biso¬gna desiderarlo che dolcemente e moderatamente, affinchè, se siamo impediti di farlo, non ne siamo tanto scossi. Fiducia nella Provvidenza La misura della divina Provvidenza su di noi è la fiducia che riponiamo in essa. Non prevenite affatto le complicazioni di questa vita con l'apprensione, ma con la perfetta speranza che, man mano che si presenteranno, Dio al quale apparteniamo ce ne libe¬rerà. Vi ha custodito fino ad oggi, tenetevi forte alla mano della sua Provvidenza ed egli vi assisterà in tutte le occasio¬ni; dove non potrete camminare, vi porterà in braccio. Cosa avete da temere, mia carissima figlia, essendo di Dio, che ci ha così fortemente assicurati che, per coloro che l'amano, tutto si converte in gioia? Non pensate affatto a quello che succederà domani, poiché lo stesso Padre eterno, che ha cu¬ra di voi oggi, ne avrà domani e sempre: non vi procurerà nessun male, o, se lo permetterà, vi darà anche un coraggio invincibile per sopportarlo. Dimorate nella pace, mia carissima figlia, eliminate dalla vostra immaginazione quanto può turbarvi e dite spesso a nostro Signore: O Dio, siete il mio Dio e ho fiducia in voi; mi assisterete, sarete il mio rifugio e non avrò nulla da teme¬re, poiché voi siete non solo con me ma in me, ed io in voi. Cosa può temere un bimbo tra le braccia di un tale padre? Siate proprio una bimba, carissima figlia. Come sapete, i bam¬bini non pensano a molte faccende, hanno chi pensa per lo¬ro: essi sono forti abbastanza se restano coi loro genitori. Fate proprio così, dunque, mia carissima figlia e sarete in pace. Evitare la fretta Bisogna trattare con cura le proprie faccende, ma senza fretta né preoccupazione. Non abbiate alcuna fretta, poiché ogni sorta di fretta turba la ragione e la capacità di giudizio e ci impedisce anche di fare bene la cosa che ci apprestiamo a fare con furia... Quando nostro Signore riprende santa Marta le dice: « Marta, Marta, sei preoccupata e ti turbi per molte cose ». Vedete bene, se ella fosse stata semplicemente accurata, non si sarebbe affatto turbata; siccome era nella preoccupazione e nell'inquietudine si affrettava e si turbava. E per questo che il Signore la riprende... Mai compito assolto con impetuosità e fretta fu ben fat¬to... Ricevete dunque quanto vi accade nella pace e sforza¬tevi di fare le cose con ordine, una dopo l'altra. Pace davanti ai nostri difetti Bisogna sì detestare i nostri difetti ma con un'avversio¬ne calma e tranquilla, non certo contrariata e turbata. Pren¬derne atto pazientemente e trame il profitto di una santa umi¬liazione di noi stessi. Altrimenti, figlia mia, le imperfezioni che sottilmente vedete in voi vi turbano ancora più sottil¬mente e così si mantengono, non essendovi nulla che con¬serva di più le nostre tare che l'inquietudine e la fretta di eliminarle. Dolcezza e pace nello zelo verso gli altri Ad una maestra di novizie: Figliola mia, Dio vi ha fatto la grande misericordia di aver richiamato il vostro cuore a sopportare gentilmente il pros¬simo e di aver santamente gettato il balsamo della mitezza di cuore verso gli altri nel vino del vostro zelo. Non avevate bisogno che di questo, mia cara figlia; il vostro zelo era, sì, buono, ma aveva il difetto d'essere un poco amaro, un poco insistente, un poco inquieto ed anche puntiglioso. Eccolo ora purificato da tutto questo. Ora sarà dolce, benigno, aggra¬ziato, pacifico, e in grado di sopportare. Ed infine: accettare senza turbamento di non riuscire sempre a conservare la pace! Sforzatevi, figlia mia, di tenere il vostro cuore nella pace attraverso l'uniformità degli stati d'animo. Non dico: man¬tenetelo nella pace ma: sforzatevi di farlo. Che questa sia la vostra prima preoccupazione, e guardatevi bene dal turbar¬vi quando non riuscirete a placare immediatamente la varie¬tà di sentimenti dei vostri stati d'animo. *SANTA TERESA D'AVILA (1515-1582)* Vera e falsa umiltà Inoltre, figliuole mie, dovete guardarvi da quell'umiltà che getta l'anima nelle più vive inquietudini con la rappre¬sentazione dei nostri più gravi peccati. Il demonio la sugge¬risce turbando le anime in vari modi... Vedono peccati in quel¬lo che fanno, e perfino inutili le loro opere buone. Lo sco-raggiamento le invade e, sentendosi impotenti per ogni ope¬ra di bene, si lasciano cadere le braccia, immaginandosi per¬fino che quanto in altri è lodevole sia in esse da riprovarsi. Per profonda che sia, la vera umiltà non inquieta mai, non agita, non disturba, ma inonda l'anima di pace, di soavità e di riposo. La vista della nostra miseria ci mostra che meritiamo l'inferno, ci riempie l'anima di afflizione, ci toglie quasi il coraggio di domandare misericordia. Ma se c'è vera umil¬tà, questa pena è temperata da tanta pace e dolcezza, da de¬siderare di non esserne mai privi. Non solo non inquieta e non stringe l'anima, ma la dilata e la rende più abile a servi¬re Iddio, mentre l'umiltà del demonio disturba, scompiglia, mette tutto sottosopra ed è molto penosa. Se il maligno ci vuoi far credere che siamo umili, penso che sia per poi in-durci, potendolo, a diffidare di Dio. (Cammino di perfezio¬ne, cap. 39) *MARIA DELL'INCARNAZIONE (1566-1618)* Abbandono alla volontà di Dio Se potessimo con un solo colpo d'occhio interiore vede¬re quanto vi è di buono e misericordioso nel disegno di Dio su ciascuno di noi — anche nelle cose che chiamiamo disgra¬zie, dispiaceri, afflizioni — saremmo tanto felici da gettarci tra le braccia della volontà divina con l'abbandono di un pic¬colo che si getta tra le braccia di sua madre. Agiremmo, in ogni circostanza, con l'intenzione di piacere a Dio, poi, ci manterremmo in un santo riposo, ben certi che Dio è nostro Padre e desidera la nostra salvezza più di quanto la deside¬riamo noi stessi. *FRANCESCO MARIA LIBERMANN (1804-1852)* Estratti di lettere di direzione spirituale. La pace, regno di Gesù nell'anima Gli strumenti più validi per stabilire in noi il mirabile regno di Gesù sono esattamente lo spirito d'orazione conti(Opere, Postulazione generale O.C.D. Roma.)nua e la pace dell'anima... Tenete sempre bene in mente que¬sta verità e fissatela solidamente nello spirito e nel cuore: il modo più importante, ed anche infallibile, per essere sempre in questo stato di continua orazione è di mantenere la propria anima in pace di fronte a nostro Signore. Fate bene attenzione alle parole « mantenere la propria anima in pace »: sono ter¬mini usati dal nostro divin Maestro. Bisogna che la vostra anima sia raccolta in se stessa o, piuttosto, in Gesù che vi dimora, non certo imprigionata e rinchiusa da un chiavistel¬lo di ferro ma da un dolce, delicato riposo in Gesù che la tiene tra le braccia. Lo sforzo e la tensione restringono l'ani¬ma ma un dolce riposo, un sereno modo di agire, una pacata azione intcriore, misurata e tranquilla, la dilatano. La pace, condizione della docilità allo Spirito La nostra anima, scompigliata e scossa dalle proprie for¬ze, girata e rigirata a destra e sinistra, non può più lasciarsi andare allo Spirito di Dio... Se solo volesse abbandonarsi ad esso, e da lui lasciarsi condurre, troverebbe la sua forza, la sua ricchezza e tutta la sua perfezione. Ma poiché se ne al¬lontana, e vuole agire da sola, non trova in sé che il turba¬mento, la miseria e l'incapacità più assoluta... Dobbiamo aspi¬rare a questa pace e a questa moderazione interiore, per non poter più vivere se non in Dio e per Dio. Questo nella mas¬sima dolcezza e nella massima sottomissione, procurando an¬che di astrarsi continuamente da se stessi. Bisogna dimenti¬carsi, per volgere incessantemente la propria anima verso Dio e mantenerla dolcemente e tranquillamente alla sua presenza. Fiducia in Dio Vorrei seriamente rimproverarvi perché avete così poca fiducia in nostro Signore. Non bisogna temerlo, sarebbe pro- curargli un grave oltraggio, a lui, tanto buono e dolce, tanto amabile e pieno di dolcezza e di misericordia verso di noi. Potete sì stare davanti a lui nella confusione totale a causa della vostra povertà e della vostra bassezza, ma occorre che questa confusione sia quella del figlici prodigo dopo il suo ritorno, fiduciosa e piena di tenerezza. Ecco come dovete comparire davanti a Gesù, nostro buon padre e Signore. Voi vivete sempre col timore di non amar¬lo: probabilmente è proprio in quel momento, miei figli ca¬rissimi, che lo amate maggiormente e che vi è più vicino che mai. Non misurate il vostro amore per nostro Signore con la vostra sensibilità, essa è una ben misera misura. Abban¬donatevi nelle sue mani con fiducia e il vostro amore cresce¬rà sempre più. Non ve ne accorgerete, ma questo non è af¬fatto necessario. Non turbarsi per le proprie miserie Non turbatevi mai per le vostre miserie. Alla loro vista mantenetevi nell'umiliazione e nella bassezza davanti a Dio, se questo vi è dato dall'alto e siate in una grande pace. Op¬ponete a qualunque genere di miseria la dolcezza, la pace, la soavità e la moderazione intcriore, al suo cospetto, abban¬donandovi semplicemente nelle sue mani affinchè faccia di voi ed in voi quanto a lui sembrerà buono, desiderando dol¬cemente e tranquillamente di non vivere che per lui, con lui ed in lui. Non turbarsi per la propria apparente tiepidezza Non lasciatevi abbattere né scoraggiare se vi sembra di non fare niente o di essere vili e tiepidi, se vedete che siete ancora soggetti ad affezioni naturali, a pensieri d'amor pro¬prio o a tristezze. Procurate semplicemente di dimenticarette queste cose e volgete il vostro spirito verso Dio, mantenendovi davanti a lui nel costante e tranquillo desiderio le egli faccia di voi ed in voi il suo santo e buon piacere, on cercate altro se non dimenticarvi e camminare davanti lui nella vostra povertà, senza mai guardare a voi stessi. .) Fin quando vi occuperete di questi moti della natura sarete troppo presi da voi stessi; finché ciò avverrà non potrete avanzare di molto nel cammino verso la perfezione. Tali moti non cesseranno che quando li disprezzerete e li dimenticherete. D'altra parte, vi assicuro che non sono di alcuna importanza né conseguenza. Non ve ne curate, e non vedete altro che Dio. E questo mediante la pura e semplice fede. Non inquietarsi per le proprie cadute Dimenticate sempre il passato e non inquietatevi mai per vostre cadute, per numerose che possano essere. Tutte le alte che vi rialzerete nulla potrà nuocervi, mentre potreste essere in pericolo nel caso vi scoraggiate o affliggiate troppo per quel motivo. Fate tutto nella massima calma e nel modo più riposante che potete e fatelo per il grandissimo, purissimo e santissimo amore di Gesù e di Maria. Pazienza nel camminare Uno dei più grandi ostacoli nel cammino verso la perfezione è quel desiderio frettoloso ed irrequieto di avanzare possedere le virtù che sappiamo di non avere. Il vero modo, invece, per avanzare stabilmente e a grandi passi è di pazientare e sedare tali inquietudini... Non superate la vostra guida per paura di perdervi e di andare fuori strada sul cammino che vi traccia, poiché allora, invece di arrivare sani e vivi, cadrete in un precipizio. Questa guida è lo Spirito Santo. Con la vostra opera e le vostre inquietudini, col vostro turbamento e la vostra premura lo superate col pretesto di voler andare più in fretta. Che succede, allora? Andate fuori strada dove il terreno è più duro e accidentato e, lungi dall'avanzare, perdete il vostro tempo. Lasciare agire lo Spirito di Dio Quando piacque a Dio di creare l'universo lavorò sul nulla. Vedete bene quali cose meravigliose ha fatto! Così, se vuole lavorare in noi per operare cose infinitamente al di sopra di tutte le naturali bellezze modellate dalle sue mani, non ha certo bisogno che ci diamo tanto da fare per aiutarlo... La¬sciamolo piuttosto fare. Egli si compiace di operare sul nul¬la. Manteniamoci nella pace e nella tranquillità, davanti a lui, e seguiamo gli impulsi che ci dona... Facciamo dunque di¬morare la nostra anima nella pace e le nostre capacità spiri¬tuali nel riposo, al suo cospetto, aspettandoci da lui solo ogni impulso e ogni vitalità. Procuriamo di non avere nessun im¬pulso, nessuna volontà se non in Dio e nello Spirito di Dio... Bisogna dimenticarsi, per volgere continuamente la propria anima verso Dio e lasciarla riposare dolcemente e tranquilla¬mente davanti a lui. Moderare i propri desideri L'occupazione principale della vostra anima dev'essere la moderazione dei vostri moti, l'acquisizione di un'umile sot¬tomissione e l'abbandono nelle mani di Dio. Vi è permesso — ciò è anche auspicabile per voi — il desiderare di avanza¬re spiritualmente, ma questo desiderio dev'essere calmo, umile e sottomesso al beneplacito di Dio. Un povero che chiede l'elemosina con violenza ed impazienza non ottiene nulla. Se lo fa con umiltà, dolcezza e affetto, commuove gli uomini a cui la chiede. I desideri troppo violenti vengono dalla natura. Tutto quello che viene dalla grazia è dolce, umile, mo¬derato, riempie l'anima e la rende buona e sottomessa a Dio. Dovete principalmente applicarvi a moderare i moti dell'a¬nima, a tenerla nella calma davanti a Dio, ad essere sotto¬messi ed umili al suo cospetto. È vostro desiderio avanzare nella via della santità? Eb¬bene, sappiate che è lui a donarvi questo desiderio e che è proprio lui a doverlo realizzare. San Paolo dice che il Signo¬re ci dona il volere ed il fare. Non possiamo desiderare nulla da soli nell'ordine della grazia. Ecco allora che il Signore ci dona questo volere. Quando abbiamo questa volontà non pos¬siamo tradurla in atto da soli. Il Signore ci dona allora il fa¬re. Il nostro ruolo è di mantenerci fedeli nel seguire la sua guida e di lasciargli operare in noi quanto ritiene essere il meglio. Prendercela a male, affrettarci per eseguire quanto di buono ci ispira vuoi dire guastare l'opera dalla grazia in noi e ritardare la nostra perfezione. Non cerchiamo subito di essere perfetti ma adempiamo con calma, in una serena fedeltà, quanto ci richiede. Se a lui piace condurre la nostra barca più lentamente di quanto noi desideriamo, restiamo sottomessi al suo divino e buon piacere. Allorché vediamo in noi sempre gli stessi difetti, mostria¬moci a lui nella nostra bassezza, apriamogli l'anima affinchè possa vedere le nostre piaghe e le nostre cicatrici e gli piac¬cia guarirci come e quando voglia. Preoccupiamoci solo di non seguire l'impulso di quei difetti. A tal fine restiamo umil¬mente prostrati alla sua presenza, alla vista della nostra po¬vertà e della nostra miseria, sopportando gli assalti di questi difetti con calma, pazienza, dolcezza, fiducia e umiltà davanti a lui, ben decisi a essere interamente suoi in mezzo a questi difetti, a non più inseguirli e a sopportarli fino alla fine della nostra vita, se questo è il suo desiderio. Poiché, osservate bene, una volta che la nostra anima non acconsente più a que¬sti difetti non è colpevole e Dio stesso non è più offeso. Al contrario, questa ne trarrà grande vantaggio per il suo pro¬gresso. Vivere l'istante presente Siate docili e plasmabili nelle mani di Dio. Per arrivare a questo sapete cosa occorre: mantenersi nella pace e nel ri¬poso; non inquietarsi mai e non turbarsi per niente; dimen¬ticare il passato; vivere come se non esistesse l'avvenire; vi¬vere per Gesù nel momento in cui si vive o piuttosto vivere come se non si avesse vita in sé, lasciando Gesù vivere in noi a suo agio; camminare cosi in ogni circostanza, senza ti¬more e preoccupazione, come si conviene ai piccoli di Gesù e di Maria; non pensare mai a sé volontariamente; abbando¬nare la cura della propria anima solo a Gesù, ecc... È lui che l'ha presa con forza, gli appartiene, sta dunque a lui averne cura perché è una sua proprietà. Non temete tanto il giudi¬zio d'un Maestro così dolce. Per lo più bandite tutti i timori e rimpiazzateli con l'amore. Così facendo, agite dolcemen¬te, soavemente, con lentezza, senza vivacità e senza impeto. Lasciatevi andare, quando ce n'è bisogno, camminando così nella massima soavità, nel massimo abbandono e in una pie¬na fiducia. Il tempo di questo esilio terminerà e Gesù sarà nostro e noi suoi. Allora ogni nostra tribolazione sarà una corona di gloria che metteremo sul capo di Gesù, poiché ogni gloria appartiene a lui. Ricerca catechesiRicerca fra tutte le catechesi il termine:
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