"Gesù Bambino esiste", dice Angela nel bellissimo racconto che qui vi presentiamo:
"Miracolo di Natale" , una storia vera scritta da Maria Winowska, che fu amica di Giovanni Paolo II e apprezzata scrittrice di agiografia
"Oggi, come ai tempi di Gesù, il Natale non è una favola per bambini, ma la risposta di Dio al dramma dell'umanità in cerca della vera pace. "Egli stesso sarÃ
la pace!" - dice il profeta riferendosi al Messia. A noi
spetta aprire, spalancare le porte per accoglierlo." Benedetto XVI - Angelus 20 Dicembre 2009
Si, cari amici, il nostro augurio è che possiamo tutti accogliere il Divino Bambino, che con il suo Amore vuole portare la Pace e la gioia in ogni cuore e in ogni famiglia. Buon Natale e Buon Anno
Miracolo di Natale
di Maria Winowska
aria
Winowska (che fu amica di Giovanni Paolo II, ed è una
apprezzata scrittrice di agiografia) ha pubblicato questo
racconto vero che le fu narrato da un parroco ungherese.
"Chiunque potrebbe prendermi per pazzo o per un esaltato
-
le disse P. Norbert - se non ci fossero trentadue scolaretti
a testimoniare la verità dell'accaduto".
"Nella mia parrocchia in Ungheria, un piccolo paese di 1500
anime, da dove poi mi scacciarono, successe una volta un
fatto strano.
La maestra elementare era una militante atea. Tutte le sue
lezioni erano imperniate sul tentativo di eliminare Dio
dalla vita di quei bambini, per farne dei giovani atei. Ogni
occasione era buona per sminuire la nostra Santa Religione,
deriderla e screditarla. I bambini intimiditi non osavano
difendersi. Le loro famiglie erano credenti e fedeli
nell'adempimento dei loro doveri religiosi. In genere, le
sciocchezze con cui la maestra, signorina Gertrud,
bombardava continuamente i bambini, non avevano un grande
effetto su di loro. Io in parrocchia mi impegnavo con tutte
le mie forze a sostenere spiritualmente i bambini per
abituarli a ricevere spesso il Sacramento della Comunione.
E, caso strano, la signorina Gertrud sembrava avere un fiuto
misterioso per individuare chi si era comunicato e queste
sue "pecore nere", come lei le chiamava, le trattava con
sfrenata rabbia. Sembrava che lo avesse saputo da questa o
da quella spia.
Nella IV/a c'era Angela di dieci anni. Era molto
intelligente e capace, ma le sue compagne non la invidiavano
perchè aveva un cuore d'oro ed era sempre pronta ad
aiutarle. Un giorno mi chiese di poter fare tutti i giorni
la Santa Comunione. "Ma sai di cosa ti carichi?" le chiesi.
Rise birichina come se volesse fare uno scherzo a qualcuno.
"Signor Parroco, la maestra non mi potrà rimproverare
facilmente, glielo posso assicurare. Sarà ancora più
diligente... Per favore, non mi dica di no. Quando prendo la
Comunione mi sento più forte. Dica di sì, devo dare il buon
esempio e perciò devo avere molta forza!". Le dissi sì,
sebbene con preoccupazione. Da quel momento la IV/A fu un
piccolo inferno. Angela sapeva impeccabilmente tutto ciò che
la maestra le chiedeva. Però la maestra riversava su di lei
la sua cattiva luna e la maltrattava in ogni modo. La
bambina sopportava tutto pazientemente però divenne
visibilmente sofferente.
"Senti Angela, ma non è troppo pesante?".
"No, Signor Parroco. Gesù ha sofferto molto di più quando
gli sputavano addosso. Questo non mi è ancora capitato".
Il coraggio che dimostrava mi riempì di grande ammirazione.
Angela non venne mai a lagnarsi da me del pessimo
trattamento che riceveva, ma le sue compagne mi raccontavano
piangendo degli attacchi della maestra. Dal lato del
profitto, questa non poteva dire niente e così si inventava
ogni giorno qualcosa di nuovo per toglierle la fede.
Scavalcando il suo programma di insegnamento, la signorina Gertrud, a beneficio delle sue scolare, aprì tutto il suo
arsenale ateista e Angela non potè farci niente. Stava in
piedi, muta a capo chino, soffocando i singhiozzi. Il suo
credo però rimase inalterato, ma come difenderlo? Da
novembre le lezioni divennero sempre più un duello tra la
maestra e la scolara. Apparentemente trionfava la prima ed
aveva sempre l'ultima parola.
Perchè dunque questa tenacia? Probabilmente era il silenzio
di Angela che esasperava la maestra. Le compagne di classe
disperate chiesero il mio aiuto. Cosa potevo fare? Il mio
tentativo avrebbe avvelenato ancora di più l'atmosfera. Per
fortuna Angela tenne duro. Non rimase altro che pregare,
pregare con tutte le nostre forze. La cosa si sparse nel
circondario. Nessuno mi rimproverà per aver dato
giornalmente la Santa Comunione ad Angela. Non era un
segreto per nessuno che la maestra voleva, attraverso questa
fragile bambina, colpire un bene comune, il tesoro della
Fede. I genitori incoraggiavano la loro figlia a resistere
ed improvvisamente Angela si trovò al centro dell'interesse
comune. Tutti ammiravano la sua forza. Solo lei non se ne
rendeva conto. Si sentiva umiliata per la sua incapacità a
difendersi e per non saper portare dei motivi per la sua
fede. Poco prima di Natale, esattamente il 17 dicembre, la
signorina Gertrud escogitò un piano crudele che, come lei
pensava, avrebbe eliminato la fede inutile che impestava la
sua scuola. Il fatto merita di essere raccontato in tutti i
suoi particolari.
Angela fu involontariamente coinvolta in un gioco di domande
e risposte.
"Che cosa fai se i tuoi genitori ti chiamano?". "Vado",
rispose la ragazzina timidamente sottovoce. "Molto bene. Ti
senti chiamare e vai subito, come fa una brava bambina. Che
cosa succede se i tuoi genitori chiamano lo spazzacamino?".
"Viene", rispose Angela.
Il suo cuore batteva in fretta, si aspettava un tranello,
però non immaginava di che genere. La signorina Gertrud
continuava con le sue domande: "I suoi occhi brillavano come
quelli di un gatto che gioca con il topo, guardava in
maniera così cattiva, così cattiva!", mi raccontò più tardi
una delle piccole testimoni.
"Bene mia piccola. Lo spazzacamino viene perchè c'è, perchè
è vivo". Un momento di silenzio. "Tu vieni perchè sei viva.
Però, per esempio, i tuoi genitori chiamano la nonna che è
morta. Verrà ?". "No non credo". "Brava. E se chiamano
Barbablù? Oppure Cappuccetto Rosso? Oppure Pollicino? Ti
piacciono le fiabe, no? Allora cosa succederà ?". "Non verrÃ
nessuno, perchè sono fiabe". Angela sollevò il suo sguardo
limpido, però lo riabbassò subito.
"I suoi occhi mi avevano fatto male" mi confidò più tardi.
Il dialogo proseguì. "Molto bene - gongolò la maestra - mi
sembra che oggi tu riesca a pensare più chiaramente. Dunque
bambini vedete che qualsiasi vivente che esiste, viene se lo
si chiama. E chi non viene quando è chiamato, o non esiste
oppure non è più vivo. è chiaro, vero?".
E adesso supponiamo di chiamare Gesù Bambino. C'è ancora
qualcuno di voi che crede in Gesù Bambino?". Per un attimo
tutto tace. Poi, alcune voci timide dicono: "Sì, sì...". "E
tu, Angela, credi tu che Gesù Bambino ti senta se lo
chiami?". Angela si sentì improvvisamente sollevata da un
peso. Ecco dunque il tranello di cui non poteva immaginare
la portata. Con grande slancio rispose: "Certo, credo che mi
senta".
"Molto bene, adesso facciamo un tentativo. Se Gesù Bambino
c'è, entrerà se voi lo chiamate. Chiamate dunque tutti
insieme molto forte: Vieni, Gesù Bambino! Uno, due, tre,
tutti insieme". I bambini abbassarono la testa e in un
silenzio di tomba si sentì una risata satanica. "E qui vi
volevo. Questa è la mie prova. Non avete il coraggio di
chiamarlo, perchè non esiste, come Pollicino, Barbablù, perchè sono semplicemente delle favole... storie per
vecchietti seduti di fronte al camino, storie che nessuno
prende seriamente perchè non sono vere".
I bambini, sconvolti, tacevano ancora. Angela era sempre
muta e mortalmente pallida. Improvvisamente successe una
cosa inaspettata. Angela saltò in mezzo alla classe, i suoi
occhi lanciavano scintille: "Noi lo vogliamo chiamare!
Ascoltate! Tutti insieme diciamo: - Vieni, Gesù Bambino! -
". In un attimo tutta la classe si alzò. Con le mani giunte,
sguardi invocanti e cuori gonfi di una smisurata fede
gridarono: "Vieni, Gesù Bambino!".
La maestra non era preparata a ciò, Involontariamente fece
due, tre passi indietro, lo sguardo fisso su Angela in un
silenzio di tomba. Poi di nuovo la voce cristallina: "Ancora
una volta!". Era come un grido che avrebbe potuto far
crollare i muri, come più tardi spiegò un bambino. Paura,
impazienza, dubbio ricacciato dentro che poteva in ogni
momento esplodere, sotto l'influsso di una di loro che
improvvisamente si era proclamata loro rappresentante:
l'impulso dell'unità che aveva colpito tutti!... Ma forse
non c'era l'attesa del miracolo. "Io gridavo, però non mi
aspettavo niente di particolare", mi disse Gisela. E invece
accadde. Ve lo racconterà con le stesse parole dei bambini,
li ho interrogati uno per uno.
La loro libera espressione sembrò più perfetta di una
rappresentazione che avremmo potuto dare noi adulti. Alcune
loro frasi mi sono rimaste impresse indelebilmente. Anche
io, povero pastore di anime com'ero, avevo bisogno di un
segno. Troppo spesso non si crede a sufficienza! I bambini
non guardavano verso la porta bensì il muro davanti a loro e
Angela risaltava su questa cornice bianca. Ma la porta si aprì silenziosamente. Videro che una forte luce si
concentrava sulla porta. Questa luce cresceva, cresceva, poi
divenne un globo di fuoco. Ebbero improvvisamente paura,
però tutto accadde così in fretta che non ebbero nemmeno il
tempo di gridare. Il globo si aprì e dentro apparve un
Bambino splendido come non ne avevano mai visto. Il Bambino
sorrideva loro senza dire una parola. La Sua infinita
presenza era una infinita dolcezza. Non avevano più paura,
c'era solo gioia.
Durò... un momento? Un quarto d'ora? Un'ora? Le opinioni a
questo punto stranamente erano diverse. Certo è che
l'accaduto non superò un'ora di lezione. Il Bambino era
vestito di bianco e sembrava un piccolo sole. La luce
proveniva da Lui stesso. La luce del giorno sembrava scura
al confronto.
Alcune delle ragazze rimasero come accecate e faceva loro
male agli occhi. Altre poterono guardarlo senza conseguenze.
Non diceva niente, sorrideva solo, poi scomparve nel globo
di luce che si dissolse. La porta si ri-chiuse dolcemente da
sola. Piene di emozione, il cuore ricolmo di gioia, le
ragazze non potevano pronunciare parola. Un grido acuto
ruppe il silenzio. Quasi impazzita e con gli occhi che le
uscivano dalle orbite, la maestra gridò: "è venuto, è
venuto!", poi scappò e sbattè dietro di sè la porta. Ad
Angela sembrava di svegliarsi da un sogno. Disse
semplicemente: "Avete visto, Gesù Bambino esiste. E adesso
ringraziamo".
Tutti si inginocchiarono commossi e recitarono un Padre
Nostro, un'Ave Maria ed un Gloria al Padre. Poi uscirono
dalla classe perchè era arrivato il momento della pausa. La
cosa si sparse molto in fretta. I genitori mi chiesero di
interrogare i bambini ed io li interrogai singolarmente.
Posso testimoniare sotto giuramento di non aver trovato nei
loro racconti la benchè minima contraddizione. E ciò che mi
ha più sorpreso è che l'avvenimento non sembrò loro niente
di straordinario. "Avevamo bisogno di aiuto - mi raccontò
una delle ragazze - Gesù Bambino doveva venire ad aiutarci".
Padre Norbert ha raccontato una storia della quale lui
stesso, con la sua grande Fede, è rimasto sconcertato, e
conclude che chiunque potrebbe prenderlo per pazzo o
esaltato, se non ci fossero trentadue scolaretti di una
classe di Ungheria a testimoniare la verità dell'accaduto.
La maestra della scuola, atea, non vedeva di buon occhio
lui, che insegnava ai suoi alunni la Religione e, tanto
meno, approvava che alcuni di loro, prima di recarsi alla
scuola, passassero in chiesa a fare la Comunione. Questi
erano per lei le pecore nere, e sembrava riconoscerle e
maggiormente le maltrattava. In modo particolare era presa
di mira Angela, una bimba di dieci anni, buona e generosa
con tutti, che chiese al Parroco di darle la Comunione ogni
mattina. Lo stesso Parroco era titubante, perchè temeva la
reazione della maestra, ma Angela disse: Non importa se sono
maltrattata a scuola, Gesù ha certo sofferto più di me,
quando gli sputarono addosso.
Un giorno, la maestra volle fare un gioco crudele, con la
speranza di eliminare quella che lei chiamava la Fede
inutile che infestava la scuola.
Coinvolse Angela in un gioco cattivo di domande e risposte:
Che cosa fai se i tuoi genitori ti chiamano?. Vado, rispose
la bimba.
E se chiamano lo spazzacamino?. Egli viene.
Ma se chiamano la nonna morta o Cappuccetto rosso o
Pollicino, questi non potranno venire, l'una perchè non
esiste più, le altre perchè sono fiabe.
Solo chi esiste può venire quando è chiamato!.
C'è qualcuno di voi che crede in Gesù Bambino?. Molte vocine
risposero: Si, si!
Allora, se veramente Gesù Bambino c'è, provate tutti in coro
a chiamarLo e Lui dovrà venire.
I bambini rimasero interdetti. Angela divenne pallidissima.
Il dubbio cominciava ad insinuarsi nei loro piccoli cuori.
Nessuno aveva coraggio di chiamare per la paura che
veramente Gesù non apparisse, perchè, come voleva insinuare
la malvagia insegnante, non esisteva.
Ad un tratto Angela saltò in mezzo alla classe con gli occhi
scintillanti: Si, disse, lo vogliamo chiamare. In un attimo
tutta la classe gridò: Vieni, Gesù Bambino!. E il miracolo
accadde: avvolto in un globo di Luce, apparve il Bambino,
vestito di bianco e portatore a tutti di una indicibile
dolcezza. Quanto durò l'apparizione! A quel punto, la
maestra sembrava impazzita e gridò: è venuto, è venuto!, e scappò dall'aula, sbattendo la porta.
Angela sembrò svegliarsi da un sogno ed esclamò: è venuto!
Quindi esiste... Ringraziamolo. Tutti si inginocchiarono
commossi e pregarono. La cosa si sparse per il paese e nei
racconti di ciascun bambino non ci fu assolutamente la benchè minima contraddizione sull'evento.
Gesù era venuto in loro aiuto.
La maestra, scioccata, fu ricoverata in manicomio, dove
continuò a gridare: è venuto, è venuto!.
A Padre Norbert non fu concesso di andare a visitarla, ma
promise di pregare per lei durante la S. Messa.
Angela, dopo la scuola, riprese la sua vita in famiglia ad
aiutare la mamma.
Questa è la storia che ha raccontato Padre Norbert ad una
scrittrice, dicendole con un pizzico di ironia: Non so se
lei crede alla mia storia e se sarà pubblicata.
La scrittrice, però, come vedete, ha accettato. (tratto
dalla Rivista Cattolica di informazione Gesù sorgente
dell'Amore Misericordioso).